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Very Low Rate of Readmission after an Early Discharge Outpatient Model for Autografting in Multiple Myeloma Patients: An Italian Multicenter Retrospective Study

11 Giugno 2014


Il Centro Unico Regionale Trapianti di Cellule Staminali e Terapie Cellulari (CTMO) di Reggio Calabria è stato coordinatore di un importante studio nazionale del Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare (GITMO), pubblicato sulla più prestigiosa rivista trapiantologia Americana (BBMT – Biology of blood and marrow transplantation).

Il GITMO nasce nel 1987 come punto d'incontro per medici ed infermieri che si occupano di trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche per la cura di patologie ematologiche, oncologiche e genetiche ed a cui aderiscono oggi ben oltre 100 Programmi Trapianto italiani.

Lo studio clinico ha valutato i risultati di una gestione innovativa in regime ambulatoriale dell’aplasia post-trapianto autologo nei pazienti affetti da Mieloma Multiplo. Le prime esperienze di "trapianti autologhi ambulatoriali" sono state riportate in Nord America. I pazienti sottoposti a trapianto autologo sono usualmente ricoverati presso un’Unità Trapiantologica di Midollo Osseo per un “Programma ospedaliero completo” dove l’inserimento di un catetere venoso centrale, la somministrazione della chemioterapia, il trapianto stesso di cellule progenitrici ematopoietiche e le cure di supporto durante la neutropenia sono condotte in stanze di isolamento, con una degenza in ospedale di circa 3-4 settimane. La crescente domanda di trapianto autologo, quindi, aumenta significativamente le liste di attesa generando preoccupazione circa l’uso appropriato delle risorse sanitarie.

In questo studio si è valutata la possibilità di una dimissione precoce in oltre 500 trapianti effettuati in Italia nel Mieloma Multiplo. I risultati hanno evidenziato la fattibilità e la sicurezza del programma, con un ricovero di soli 3 giorni ed un rischio di complicanze inferiore al 3% (che riduce, a sua volta, il rischio di secondo ricovero).

L'approccio terapeutico assume particolare importanza per tre motivi: anzitutto, per la migliore qualità di vita del paziente e la sua opportunità di stare con la propria famiglia in un ambiente non ospedaliero.

In secondo luogo, si realizza uno dei tanti obiettivi della riorganizzazione del sistema sanitario nell’adozione di misure di contenimento dei costi dei servizi forniti, senza ridurre la qualità delle cure. Nonostante le difficoltà che si pongono nel confronto tra i costi delle cure “in casa” contro il ricovero ospedaliero, è palese che un “home care” riduce sensibilmente i costi nel trattamento trapiantologico di cellule staminali.

In terzo luogo, questo programma può fornire un'indicazione per modificare l'organizzazione della sanità pubblica in Italia, con una ricostruzione delle modalità di assistenza ambulatoriale globale. Attualmente, infatti, il personale sanitario è obbligato a svolgere l’orario di lavoro all'interno della struttura ospedaliera. Il programma home care dovrebbe essere considerato non come un servizio indipendente, bensì complementare di un continuum di servizi assistenziali

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